Adobe Firefly è la nuova famiglia di strumenti basati su intelligenza artificiale, lanciata da qualche settimana dalla software house californiana.
Dopo i famosi Dall-E e Midjourney, quest’ultimo capace di aiutare un artista a vincere un concorso d’arte, per quanto riguarda la creazione di immagini, anche la musica ha visto entrare nel suo settore l’AI, con la scelta dell’etichetta Universal di utilizzare questo strumento per produrre musica.
Perciò Adobe, che fa della grafica il suo focus principale, non poteva certo restare a guardare ed ha deciso quindi di sviluppare il suo personale tool di AI, appunto Firefly.
Ma quali sono le potenzialità di questi nuovi strumenti e come possono essere utilizzati nel Graphic Design e non solo?
Che cos’è Adobe Firefly?
I principali generatori di immagini AI, ovvero appunto Dall-E e Midjourney, utilizzano prevalentemente un sistema text-to-image per la creazione di illustrazioni digitali. Questo significa che, digitando un prompt (ovvero, un comando) ben articolato con una descrizione dettagliata dell’immagine che vogliamo ottenere, l’intelligenza artificiale realizzerà per noi una serie di immagini relative a quel testo.
Ovviamente, le descrizioni possono essere più o meno complesse e possono includere stile compositivo, citazioni di artisti, ed altri parametri. Dall-E, in particolare, ha incluso ultimamente una nuova opzione che permette di “cancellare” parti di un’immagine e riempirla a nostro piacimento con altri dettagli, sempre da specificare tramite un prompt.
Adobe Firefly promette di realizzare tutto ciò che fanno gli attuali generatori text-to-image, aggiungendo però altre interessanti opzioni per realizzare o modificare immagini.
Quali sono le funzionalità di Adobe Firefly?
Firefly presenta varie funzionalità, alcune delle quali già disponibili ed altre in via di sviluppo, che verranno integrate in seguito nel tool. Ho testato personalmente le principali funzionalità disponibili, che andremo a vedere nello specifico.
- Text-to-image: il classico strumento per generare immagini via prompt. Sebbene per quanto riguarda le illustrazioni ho avuto dei buoni risultati, il tool risulta qualche passo indietro rispetto ai competitor più longevi. In particolare, l’elaborazione delle figure umane non è eccezionale, con difetti strutturali importanti; da segnalare anche l’essenzialità (forse troppa) dello strumento: Midjourney, ad esempio, permette di specificare diversi parametri all’interno del prompt tra cui anche l’opzione di prompt negativi (ovvero elementi che non devono essere presenti nell’immagine).
- Generative fill: questo tool ricalca quello che Dall-E ha implementato da poco, ovvero la “ricostruzione” di una parte dell’immagine precedentemente cancellata. I risultati sono buoni, anche se in alcune immagini il realismo non è eccellente. Ad un occhio attento, si nota senza dubbio l’artificiosità dell’immagine. Ad ogni modo, si hanno migliori risultati su piccole porzioni di immagini, nelle quali l’AI deve ricostruire solamente dei dettagli minori.
- Text effects: forse la più interessante delle opzioni attualmente disponibili. Le altre AI non permettono specificamente la lavorazione del testo, cosa che invece Adobe Firefly fa con il suo Text effects. È possibile scrivere un testo e dargli uno “stile” od un effetto, come ad esempio effetto ghiaccio, foglie tropicali e così via. La resa grafica è ottimale ed il realismo è buono. Unica pecca, la poca disponibilità (almeno per il momento) dei font. Sono infatti presenti solamente una decina di caratteri tra cui scegliere.
- Generative recolor: altra funzione interessante, permette, a partire da un file vettoriale SVG, la ricolorazione dell’illustrazione secondo una serie di stili preimpostati oppure scegliendo manualmente una palette con cui ricolorare le immagini.
Queste sono le opzioni attualmente disponibili per lavorare con Adobe Firefly, ma la casa madre ne elenca diverse altre che sono in fase di sviluppo e che atterreranno presto all’interno del software, tra cui:
- 3D to image: a partire da modelli 3D, si potranno creare immagini bidimensionali;
- Extend image: si potrà modificare la ratio dell’immagine (proporzione) aggiungendone dettagli lateralmente o verticalmente.
E ancora, in lavorazione ci sono text to pattern, text to vector, text to brush ed altre ancora.
Adobe Firefly – Text-to-image
Il primo strumento che ho testato è il classico text-to-image. Ho utilizzato lo stesso prompt sia per Firefly che per Midjourney, scegliendo le migliori immagini prodotte (per ogni comando, sia Midjourney che Firefly creano 4 differenti opzioni dell’immagine) e mettendo a confronto i risultati. Il prompt utilizzato in questo caso era il seguente:
photorealistic closeup portrait of woman wearing a lilac top and an open white sport suit + eye contact + full body pose arms crossed on her chest + blonde/light brown hair tied back with two thin tufts that descend to the cheeks and green eyes + frekles on her face + deep and stern gaze + elegant kitchen house setting + lots of detail + very detailed shadows
Ho appositamente chiesto una grande quantità di dettagli per vedere come reagisse il tool. In questo caso, Midjourney ha prodotto un risultato di gran lunga superiore. Nonostante i molti particolari impostati, Midjourney ha soddisfatto praticamente tutte le mie richieste, producendo un risultato abbastanza realistico. L’output di Firefly, invece, è povero di dettagli e la figura della donna, seppur risulti abbastanza realistica, presenta comunque qualche difetto.
Diverso il discorso per un prompt meno strutturato ed impostato ad un’illustrazione o un paesaggio. In questo caso i risultati sono molto simili ed entrambi ugualmente realistici.
Relaxing mountain lake with a boat
Adobe Firefly – Generative Fill
Questo è il tool secondo me con più potenzialità, anche se è ancora lontano da risultati perfetti. Ad ogni modo, senza avere troppe pretese, Firefly riesce ad aggiungere dettagli alle immagine e riempire spazi “cancellati” tramite i prompt che gli vengono indicati.
In questo caso, ho aggiunto diversi dettagli alla foto di un faro. Nella prima immagine, un paio di gabbiani in volo; nella seconda, nuvole minacciose e qualche lampo. Questi sono gli output prodotti.
Sicuramente il realismo è migliorabile, come anche alcuni dettagli relativi alle ombreggiature ed alla profondità, ma nel complesso è un buon risultato. C’è da considerare, inoltre, che a differenza del classico text-to-image, in questo caso l’AI deve confrontarsi con parti di immagini pre-esistenti, il che rende il suo compito ulteriormente complicato.
Adobe Firefly – Text effects
L’ultimo tool che ho provato (Generative recolor è un semplice tool di ricolorazione che non richiede chissà quali riflessioni), era anche quello che mi incuriosiva di più. Questo strumento infatti è il primo basato su AI che permette di lavorare direttamente sul testo. Come accennato in precedenza, la pecca è che attualmente sono ancora disponibili pochi font. Anche per quanto riguarda il colore di sfondo, sono poche le opzioni disponibili, e non è possibile customizzarlo scegliendo un colore a piacere.
Ciononostante, gli effetti da applicare al testo sono diversi e suggestivi; anche il realismo è di buon livello. Oltre a selezionare tra i vari effetti disponibile, è possibile personalizzare il design digitando manualmente un prompt da applicare al testo.
Come si utilizza Adobe Firefly?
Adobe ha specificato che Firefly sarà integrato in Photoshop. Attualmente, è possibile utilizzarlo solamente tramite la versione beta che è disponibile solo in abbonamento con la Creative Cloud oppure con un trial gratuito di 7 giorni.
La versione beta di Photoshop mette a disposizione diversi altri tool in fase di test oltre a quelli di Firefly, che verranno integrati in seguito nella versione stabile.
Si può utilizzare Adobe Firefly anche direttamente via browser, sul sito dell’Adobe. Anche in questo caso, però, bisogna essere in possesso di un account con abbonamento CC attivo.
Quale sarà il futuro di Adobe Firefly?
Adobe sta procedendo con cautela nell’implementazione dell’AI nei suoi software e nel rilascio definitivo di Firefly. Infatti, la versione attualmente disponibile è ancora la beta ed è in fase di test. Adobe prevede di utilizzare questa fase per collaborare con i creativi che si avvarranno degli strumenti e perfezionarli così ancora di più.
Non è ancora stato comunicato quanto durerà la fase di testing e quando verrà rilasciata una versione stabile e completa. Molto dipenderà anche dal successo di questi strumenti durante questo periodo.
Ad ogni modo, Firefly rappresenta potenzialmente una grande innovazione per l’utilizzo di AI nel graphic design. Oltre a competere con gli altri generatori di immagini digitali, l’ambizione di Adobe è quella di far sì che Firefly possa avere un’influenza sul mondo del design pari a quella che ebbe la prima versione di Photoshop rilasciata nel 1990.
Adobe Firefly rappresenta un passo rivoluzionario nel campo dell’arte generativa AI, ma è importante ricordare che questi strumenti sono destinati a essere alleati dei creativi, non sostituti. L’intelligenza artificiale può semplificare processi complessi, accelerare il flusso di lavoro e rendere accessibili tecniche che altrimenti potrebbero richiedere anni di pratica e studio.
Alcuni “puristi” del design potranno ritenere dannosi questi strumenti, ma niente può sostituire la visione unica, la passione e il tocco personale che un artista o un designer porta al suo lavoro. La tecnologia è uno strumento, e come qualsiasi altro strumento, il suo valore risiede nel modo in cui viene utilizzato.
Con tutta probabilità, le critiche ed i dubbi che oggi vengono mossi a Firefly e ad altri strumenti basati su AI, venivano all’epoca rivolte a Photoshop, che oggi invece risulta un pilastro indispensabile per chiunque lavori nell’ambito della creatività grafica.
Pertanto, i creativi dovrebbero vedere Adobe Firefly e simili innovazioni AI non come minacce, ma come opportunità per ampliare la propria gamma di competenze, esplorare nuove idee e portare la propria arte e il proprio design a nuovi livelli di espressione e innovazione.
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